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L'Open Source nell Pubblica Amministrazione Fork me on GitHub

L'Open Source nella Pubblica Amministrazione

1. Il Free/Libre and Open Source Software

Il fenomeno del Free/Libre and Open Source Software (FLOSS)1) nasce dalla fusione di due correnti di pensiero, quella dei sostenitori del “Free Software” (termine inglese che significa software libero) e quella dei sostenitori dell' “Open Source” (termine inglese che significa sorgente aperto). Entrambi i movimenti condividono l'idea guida della disponibilità completa e senza limitazioni dei sorgenti, ma si diversificano, oltre che per la terminologia, per alcuni aspetti filosofici e di principio. Infatti i sostenitori del Software Libero, movimento sociale nato nel 1983 dall'informatico statunitense Richard Stallman, scelgono questo termine per insistere sulle “libertà” dell'utente di eseguire il programma, di studiarlo e di ridistribuirne delle copie con o senza modifiche, definite dalla Free Software Foundation (FSF), fondata dallo stesso Richard Stallman nel 1985, attravero "The Free Software Definition". Tali libertà non sono dei criteri, ma principalmente delle motivazioni etiche e sociali.

“Questa è una questione di libertà, non di prezzo. Per capire il concetto, bisognerebbe pensare alla “libertà di parola” e non alla “birra gratis”. Queste libertà sono d'importanza vitale. Sono delle libertà essenziali, non soltanto per quanto riguarda l'utente in sé, ma perché queste libertà promuovono la solidarietà sociale, cioè lo scambio e la cooperazione. Diventano sempre più importanti man mano che la nostra cultura e le attività delle nostre vite sono sempre più legate al mondo digitale. In un mondo di suoni, immagini e parole digitali, il software libero diventa sempre più una cosa simile alla libertà in generale. (da "Perchè l'"Open Source" manca l'obiettivo del Software Libero" di Richard Stallman)”.

I sostenitori dell' Open Source, termine coniato nel 1997 da Bruce Perens, Eric S. Raymond, Ockman e altri (che pensavano di creare una sorta di lobby a favore di una ridefinizione ideologica del software libero, evidenziandone i vantaggi pratici per le aziende), invece, insistono sulle caratteristiche operative del software, che consistono nel permettere l'accesso al codice sorgente e quindi di poter apportare modifiche allo stesso, per dar vita a software più potenti e affidabili, senza fornire motivazioni etiche. A questo scopo, l' Open Source Initiave (OSI) definì, ad opera di Bruce Perens, i criteri in grado di determinare la natura libera o proprietaria di una licenza di software attraverso "The Open Source Definition". Di seguito verranno illustrate nel dettaglio le due definizioni.

The Free Software Definition (FSD)
Il Software Libero rappresenta la libertà di eseguire, copiare, distribuire, studiare,cambiare e migliorare il software. Più precisamente, esso si riferisce a quattro tipi di libertà, per gli utenti del software:
- 0. La libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo.
- 1. La libertà di studiare come funziona il programma e di adattarlo alle proprie necessità. L'accesso al codice sorgente è un prerequisito per questo.
- 2. La libertà di ridistribuire copie del programma in modo da aiutare il prossimo.
- 3. La libertà di migliorare il programma, e rilasciare i miglioramenti (e versioni modificate in generale) per il pubblico, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio. L'accesso al codice sorgente è un prerequisito per questo.
The Open Source Definition (OSD)
Open source (sorgente aperto) non significa semplicemente accesso al codice sorgente. La distribuzione in termini di programmi open-source deve soddisfare i seguenti criteri:
1. Libera Ridistribuzione.
La licenza non può limitare alcuno dal vendere o donare i software come componente di una distribuzione di software aggregato che contenga programmi provenienti da sorgenti diverse. La licenza non potrà richiedere royalties 2) o altri diritti per tale vendita.
2. Codice Sorgente.
Il programma deve includere codice sorgente e deve consentire la distribuzione tanto in codice sorgente che in forma compilata. Laddove una qualunque forma del prodotto non sia distribuita corredata del codice sorgente, devono essere disponibili mezzi ben pubblicizzati per scaricare il codice sorgente, senza costi addizionali, via Internet. Il codice sorgente deve essere la forma preferenziale nella quale un programmatore modifichi un programma. il codice sorgente deliberatamente obnubilato 3), non è consentito. Forme intermedie come l'output di un preprocessore o di un traduttore non sono permesse.
3. Opere Derivate.
La licenza deve permettere modifiche e opere derivate, e deve consentire loro di essere distribuiti con le stesse condizioni della licenza del software originale.
4. Integrità del Codice Sorgente dell'Autore.
La licenza può proibire che il codice sorgente venga distribuito in forma modificata solo se la licenza consente la distribuzione di “patch file” con il codice sorgente con lo scopo di modificare il programma durante l'installazione. La licenza deve esplicitamente permettere la distribuzione del software costruito con codice sorgente modificato. La licenza può richiedere che i lavori derivati abbiano un nome o versione diversi dal software originale.
5. Nessuna Discriminazione contro Persone o Gruppi.
La licenza non deve discriminare alcuna persona o gruppo di persone.
6. Nessuna Discriminazione contro Campi d'Applicazione.
La licenza non deve proibire ad alcuno l’uso del programma in uno specifico campo o per un determinato proposito. Per esempio, non può impedire che il programma venga usato per scopi commerciali o nella ricerca genetica.
7. Distribuzione della Licenza.
I diritti allegati al programma devono applicarsi a tutti coloro i quali il programma sia redistribuito, senza la necessità dell'emissione di una licenza aggiuntiva da parte dei licenziatari.
8. La Licenza non Deve Essere Specifica di un Prodotto.
I diritti allegati al programma non devono dipendere dall'appartenenza di quel software ad una particolare distribuzione software. Se il programma è estratto da quella distribuzione e usato o distribuito entro i termini della licenza del programma stesso, tutte le parti distribuite del programma dovranno avere gli stessi diritti che vengono garantiti alla distribuzione software originale.
9. La Licenza non Deve Porre Restrizioni su Altro Software.
La licenza non deve porre restrizioni ad altro software che sia distribuito insieme al software licenziato. Ad esempio, la licenza non dovrà insistere sul fatto che tutti gli altri programmi distribuiti sugli stessi supporti siano software open-source.
10. Licenza Deve essere Tecnologicamente Neutrale
Nessuna disposizione della licenza può essere basata su una tecnologia o stile di interfaccia. Le licenze GNU-GPL, BSD, X Consortium e Artistica sono esempi di licenze da considerarsi conformi alla Open Source Definition. Altrettanto dicasi della MPL.

Oggi, quasi la totalità del software open source è libero; mentre, come già sappiamo, il software libero è tutto open source. Questo ha portato a confondere i due termini che vengono spesso associati alla stessa categoria di software, il che è giusto, ma, come dice lo stesso Richard Stallman: “Parole differenti portano con sé idee diverse” ed è per questo che sarebbe più corretto parlare di free software o software libero in quanto cela idee che vanno oltre l'utilità pratica. Tuttavia, a seguito del matrimonio del free software con l'open source, sancito con la nascita della piattaforma GNU/LINUX, l'open source si è congiunto con gli ideali del Free Software, come è possibile notare nei criteri dettati dall'Open Source Definition. È doveroso notare come il software libero punti alla libertà dell'utente a tutti i costi, ed è per questo che a differenza dell'open source, non abbraccia programmi non liberi ma preferisce dar vita ad un progetto che sviluppi un'alternativa libera. L'open source, in tutto questo, ha cercato di evitare di parlare di questioni etiche e di libertà, che sono difficili da assimilare per molte persone, puntando sui benefici pratici di alcuni programmi liberi in modo da poter attirare qualche azienda interessata. Questa “campagna di marketing per il software libero” operata dall'open source si è rivelata molto efficacie. infatti, grazie ad essa, molte aziende e privati hanno cominciato ad utilizzare, ed anche a sviluppare, software libero, permettendo alla comunità del free software di estendersi a dismisura. Se questo, da un lato ha portato degli enormi benefici alla comunità del free software, dall'altro, invece, non ha permesso la comprensione e il radicarsi delle idee profonde dietro al software libero; questo fenomeno come dice lo stesso Stallman “porta molte persone nella nostra comunità, ma non insegna loro a difenderla”, volendo sottolineare che se le persone non imparano a dare un valore alla libertà che il software libero dà a loro, che non sia quello della convenienza materiale, ma bensì la pura LIBERTÀ, molti potrebbero essere invitati a tornare ad utilizzare software proprietari per qualche ragione di vantaggio pratico.

2. Un po' di Storia

Tutto ebbe inizio quando un hacker4), programmatore e informatico statunitense, Richard Matthew Stallman, lanciò, nel settembre del 1983, il progetto GNU (acronimo ricorsivo5) per “Gnu is Not Unix”,“Gnu Non è Unix”; che si pronuncia “ghnu”) per dar vita ad un sistema operativo libero Unix-Like (cioè simile ad un sistema operativo Unix 6) ); progetto nato dagli ideali e concezioni filosofiche di libertà coltivate dallo stesso Richard Stallman. La leggenda narra di un episodio scatenante del movimento del free software, rappresentato dall'inceppo della stampante laser Xerox 9700 (“Dover”) della quale a Stallman e gli altri hacker del laboratorio di informatica e intelligenza artificiale (CSAIL) del MIT (Massachusetts Insitute of Technology, la più importante università di ricerca del mondo, con sede a Cambridge, nel Massachusetts), fu rifiutato il codice sorgente del software. Questa esperienza convinse Stallman che le persone hanno bisogno di essere libere di modificare il software che usano. Successivamente, nel 1985, venne pubblicato dallo stesso Stallman il Manifesto GNU, con il quale egli descrive le motivazioni e le idee alla base della creazione di un sistema operativo libero che sarebbe stato compatibile con Unix. Nello stesso anno, diede vita a una corporazione no profit chiamata “Free Software Foundation” per fornire una struttura ufficiale al movimento ed impiegare programmatori di software libero. Richard Stallman è il presidente non stipendiato della FSF, organizzazione no profit 501©(3) con sede a Boston, MA (Massachusetts), Stati Uniti d'America. La missione principale della FSF è quella di promuovere la libertà degli utenti del computer e di difendere i diritti di tutti gli utenti del software libero. Sempre nello stesso anno, Stallman inventò il concetto di copyleft, un meccanismo legale per proteggere i diritti di modifica e redistribuzione del software libero. Fu implementato, per la prima volta, nella GNU Emacs General Public License, e nel 1989 venne scritta la GNU GPL versione 1.0, su derivazione di quella usata per la GNU Emacs, da Richard Stallman ed Eben Moglen per distribuire i programmi creati nell'ambito del Progetto GNU. A questo punto la maggior parte del lavoro era stato realizzato: Stallman contribuì con molti strumenti necessari, inclusi un editor di testo (Emacs7), Editor MACroS), un compilatore (Gcc8), GNU Compiler Collection, in origine GNU C Compiler), un debugger (GDB9), GNU Debbugger), un build automator10). L'unica cosa che ancora mancava era il Kernel11). Nel 1990, i programmatori del progetto GNU cominciarono a rimboccarsi le maniche ed iniziare lo sviluppo di un kernel chiamato “GNU Hurd”, che doveva attendere un pò di tempo prima di raggiungere la maturazione e poter essere diffuso. Caso strano vuole che uno studente finlandese, Linus Torvalds, nell'agosto del 1991 iniziò lo sviluppo del kernel "Linux" utilizzando gli strumenti di sviluppo GNU. Così, trovato anche il kernel, i programmi esistenti del progetto GNU furono prontamente adattati per funzionare con il kernel linux. Ed è proprio da questa fusione che nacque il sistema operativo GNU/Linux, o, come viene comunemente conosciuto, Linux. Questo ha fatto nascere alcunte controversie, infatti, secondo Stallman la dicitura Linux (senza prefisso “GNU/”) per l'intero sistema operativo sarebbe erronea in quanto il nome Linux è attribuibile al solo kernel e il sistema, strutturato a partire dai componenti dell'originale progetto GNU, dovrebbe più propriamente chiamarsi GNU/Linux. Secondo altri e secondo l'uso della maggior parte degli utenti, degli sviluppatori e delle società coinvolti nello sviluppo del sistema operativo e del software ad esso collegato, il nome Linux è ormai divenuto sinonimo di sistema “Linux based”, cioè di sistema basato sul kernel Linux. Con il passare degli anni, il sistema operativo Gnu/Linux è entrato nella storia come valida, anzi validissima alternativa ai sistemi commerciali a licenza chiusa (come ad esempio Microsoft Windows, Mac OS X, Unix); a differenza di questi ultimi sistemi, infatti, Linux è software libero rilasciato sotto licenza GPL (licenza ritenuta dall'OSI12) conforme alle norme che regolano l'open source) che consente a chiunque di accedere al codice sorgente del sistema operativo, modificarlo a proprio piacimento, usare l'eseguibile per ogni scopo e copiare legalmente tale software; ma di questo parleremo più approfonditamente nei prossimi paragrafi. Di seguito verrà descritta brevemente l'evoluzione cronologica del Pinguino piu famoso del mondo e delle distro da esso derivate.

  • Nel gennaio del 1992, esce la versione 0.12 di linux. In aprile arriva la 0.96. E, nello stesso periodo, escono le prime distribuzioni Linux (MCC Interim Linux13), SLS14) e TAMU 15)).
  • Nel 1994 esce la prima versione definitiva, la 1.0. Nascono le distribuzioni SUSE, Debian e Red Hat. Linux diventa ufficialmente software OpenSource con licenza GNU GPL. Si allarga la comunità di utilizzatori e sviluppatori.
  • Nel 1995 nasce la prima distribuzione commerciale di Linux, Caldera16) . Inoltre viene rilasciata la versione 1.2 di Linux.
  • Nel 1996 viene rilasciata la versione 2.0 di Linux e nasce la mascotte ufficiale del kernel Linux, TUX , creata da Larry Ewing; rappresentata (come si può vedere dalla foto qui riportata) da un simpatico pinguino paffuto dall'aria contenta. L'idea che la mascotte di Linux dovesse essere un pinguino, venne ispirata dalla moglie di Linus Torvalds, Tove Torvalds che conosceva la simpatia che il marito prova per queste creature.
  • Nel 1999, dopo una lunga pausa, esce la versione 2.2. di Linux. Gli utenti linux salgono a 7 milioni.
  • Nel 2001, esce la versione 2.4 che presenta un miglior supporto dell'hardware.
  • Nel 2003, esce la versione 2.6 che porta con se numerose novità, tra cui il sistema di numerazione del kernel che da 3 cifre è passato a 4 (la struttura attuale è: A.B.C.D, per esempio 2.2.1, 2.4.13, oppure 2.6.12.3; dove la A indica la versione del kerne; la B indica la revisione “maggiore” del kernel; la C indica la revisione “minore” del kernel e la D indica correzioni e patch di sicurezza). Tuttora il kernel linux viene periodicamente rilasciato con notevoli miglioramenti. L'attuale release del kernel linux è la 2.6.30 (10 giugno 2009).

Tutt'oggi, il fenomeno del pinguino non si è arrestato, ma, al contrario, si sta affermando velocemente in tutto il mondo, sia in ambiente desktop per l'uso privato che, in particolar modo, in ambito aziendale dove, oggi, Linux è utilizzato soprattutto lato server.

3. Linus Torvalds e la nascita di Linux

Linus Benedict Torvalds (Helsinki, 28 dicembre 1969-vivente), è un programmatore e hacker finlandese, conosciuto in tutto il globo per essere il padre del pinguino (LINUX) più famoso del mondo e coordinatore del progetto di sviluppo dello stesso.

Nasce ad Helsinki da una famiglia di lontane origini svedesi, da Mikke e Nils Torvalds. Helsinki è la capitale e la più grande città finlandese con circa mezzo milione di abitanti (in un paese che ne conta in tutto 5 milioni). La famiglia di Linus fa parte di una piccola comunità, trecentocinquantamila abitanti (circa il 6% dell'intera popolazione), di lingua e cultura svedese. Il cognome Torvalds fu inventato dal nonno paterno di Linus, Ole Torvald Elis Saxberg che cambiò cognome per ragioni personali. E' per questo che i Torvalds, oggi, contano appena 20 persone in tutto il mondo. La sua particolarità è però un'altra: un numero sorprendentemente alto di loro è giornalista. Il padre Nils era reporter per l'Unione Sovietica alla radio finlandese, la madre Mikke lavora per la Finnish News Agency, sua sorella minore Sara fa la freelance e lavora anch'essa nella Finnish News Agency, il suo fratellastro Leo è un maniaco del video con ambizioni di cinematografico ed infine il nonno, il “fondatore” della famiglia, era giornalista e poeta.

La sua infanzia trascorse serenamente all'interno di una famiglia tranquilla, infatti, come diceva spesso sua madre alle amiche, “è un bambino proprio facile da tirar su, basta chiuderlo in un bugigattolo buio con un computer e ogni tanto tirargli dentro un po di pasta cruda”, cosa che, effettivamente, non si allontanava troppo dalla verità.

Il suo interesse e “passione” per l'informatica si accese all'età di 11 anni, quando suo nonno materno Leo Waldemar Tornqvist, professore di statistica all'università di Helsinki, acquistò nel 1981 un Commoder vic-20, uno dei primi computer pensati per un uso domestico. Il nonno, che lo aveva comprato per fare a casa quello che faceva con i grandi computer dell'università, voleva condividere con lui quest'esperienza per farlo appassionare alla matematica. E così iniziò a sperimentare e giocare con il computer che divenne per lui un grande divertimento, migliore dell'hockey e degli altri divertimenti dei suoi coetanei. Imparò a programmare in Basic, e a 12 anni sapeva già scrivere alcuni semplici videogiochi. Più avanti, quando il nonno morì, potè portarsi a casa il computer; ci passava talmente tante ore davanti che il padre gli propose più volte di iscriversi a una squadra di basket, ma Linus non volle mai saperne. La sua unica passione era il computer, confermando in tal modo il suo carattere single-minded17).

Con il passare degli anni il suo interesse per l'informatica crebbe notevolmente come la sua bravura nella matematica. Nel liceo di lingua svedese, Norssen High, venne soprannominato “il Matematico” e vinse molte borse di studio con le quali acquistava computer e altro materiale informatico. Era il classico nerd brillante a scuola, soprattutto nelle materie scientifiche, non molto atletico, con un cattivo gusto nel vestire e una personalità un po timida e chiusa.

Così tra una battitura di codice e l'altra, si diplomò al liceo e giunse all'università di ingegneria informatica di Helsinki. Il primo anno fu molto produttivo, riuscì a prendere tutti i crediti necessari (o, come vengono chiamati in Finlandia, “settimane di studio”). Ma, negli anni successivi, la sua carriera accademica prese una strada leggermente in discesa. Terminò l'università in otto anni (dal 1988 al 1996), conseguendo la laurea in ingegneria informatica con una tesi intitolata Linux: A Portable Operating System. Conseguì anche un master e ricevette nel giugno del 2000 una laurea honoris causa.

Un aspetto molto interessante del suo carattere è la sua “arroganza”, sia in senso buono che in quello cattivo. Come dice sua sorella: “era un cattivo perdente e un vincitore ancora peggiore. Rifiutava di continuare a giocare a carte quando gli capitava una cattiva mano e quando giocavamo a monopoli, si scriveva scrupolosamente quali proprietà possedeva e i debiti che accumulavo, specialmente nelle volte in cui riusciva a vincere in maniera esemplare”. Quest'arroganza, divenne col tempo un pregio in quanto giustificata da una innata bravura; un esempio può essere rappresentato da un episodio verificatosi all'università: un giorno per un qualche motivo non aveva fatto l'esercizio per casa dato dal professore; questi lo chiamò alla lavagna e Linus disse che sì non aveva fatto l'esercizio per casa, ma era riuscito a risolverne un altro a cui lo stesso professore non aveva trovato soluzione. Lo dimostrò con pochi diagrammi e il professore ci mise parecchi minuti per capire che quella era una soluzione corretta.

In quel periodo, nel 1991, decise finalmente di acquistare un Personal Computer nel senso classico del termine, cioè un 386sx dotato di hard disk. Dopo aver abbondantemente giocato a Prince of Persia, cominciò a mettere mano e studiare i meccanismi del computer. Il 5 ottobre 1991 Torvalds (che aveva solo 21 anni) annunciava al newsgroup comp.os.minix di aver messo in piedi un kernel di un sistema operativo molto simile a Minix (OS sviluppato qualche anno prima da Tanenbaum, che egli stesso utilizzava) in grado di girare su piattaforma x86, in quanto era insoddisfatto del porting di Unix operato da Minix. Linus aveva iniziato lo sviluppo quasi per hobby, interessato ad avere a disposizione un terminale sul suo nuovo computer per interfacciarsi ai server della sua università: si era presto reso conto di aver tra le mani un grande progetto, e quindi pensò di condividere il proprio lavoro con altri e continuarne lo sviluppo con la comunità di programmatori che si stavano coalizzando su internet interessati al neonato “pinguino”. La popolarità di Torvalds ebbe inizio a seguito di una disputa in un newsgroup18)internet con il professor Andrew Tanenbaum19) , della Vrije Universiteit di Amsterdam riguardo al sistema operativo unix-like Minix, realizzato per scopi didattici dallo stesso Tanenbaum, che veniva distribuito con il codice sorgente, ma la sua licenza di distribuzione vietava di di apportare modifiche al codice senza l'autorizzazione dell'autore; questo costituì una grande minaccia alla realizzazione di Linux, in quanto Linus, nella realizzazione del kernel Linux si ispirò a Minix, rilasciandolo in seguito con una licenza d'uso libera che consentisse a chiunque di modificarne il codice sorgente.

Ma perché “Linux”? Diversamente da come molti credono, non fu lui a deciderne il nome. In realtà Linus voleva semplicemente chiamarlo Freax (un gioco di parole tra free, freak20) e la lettera X di Unix), ma il suo amico Ari Lemmke, nel pubblicarlo su internet, giudicò il nome piuttosto bruttino e così lo ribattezzò Linux; Torvalds se ne fece una ragione (come per tutte le iniziative prese senza il suo consenso, che gli sono valse il nomignolo: “Dittatore Benevolo”) e da allora il nome è rimasto inalterato.

Attualmente, Linus Torvalds vive a Santa Clara, in California, con la moglie Tove e le due figlie Patricia e Daniela. Ha lavorato fino al 2003 (per circa 6 anni) per la Transmeta21) occupandosi, poi, a tempo pieno, del coordinamento del gruppo di programmatori che sviluppa il kernel Linux per conto dell'OSDL (Open Source Development Lab), un consorzio non profit fondato nel 2001 da colossi come HP, Intel, IBM, Dell e da alcuni fra i maggiori distributori di Linux, con l'intento di accelerare l'adozione di Linux e finanziare numerosi progetti legati allo sviluppo di applicazioni di classe enterprise. Come disse lo stesso Torvalds:

“Transmeta è sempre stata davvero generosa nel lasciarmi passare una smisurata quantità di tempo dietro a Linux, ma come risultato mi sono sentito un po' colpevole di quanto poco “vero lavoro” stessi facendo negli ultimi tempi. Per sistemare la cosa, ho deciso che andrò a lavorare presso OSDL, facendo finalmente di Linux il mio lavoro principale”.

Ciò testimonia la sua completa e totale passione per questo pinguino che ha fatto la felicità di molti nerd di tutto il mondo, a tal punto da abbandonare la Transmeta, di cui molti vorrebbero far parte, per dedicare anima e corpo allo sviluppo della sua creatura.

In seguito, l'OSDL si è combinato con l'FSG (Free Standards Group), dando vita nel 2007 alla LINUX FOUNDATION,22) dove oggi Torvalds lavora allo sviluppo del kernel Linux.

3.1 Curiosità

  • Nel 2006 è stato incluso nella sezione "60 years of heroes" dall'edizione europea della rivista Time.
  • La mascotte di Linux, TUX, significa “Torvalds UniX”. La nascita di questa mascotte risale al 1996 quando uscì la versione 2.0 di Linux. Erano settimane che Linus si arrovellava per ideare un logo da associare al suo sistema operativo.

Un weekend, Linus sua moglie e le loro due figlie andarono allo Zoo, e, giunti in prossimità del recinto con i pinguini, Linus infilò un dito nella rete, agitandolo, per cercare di destare l'attenzione di uno di essi e farlo avvicinare un pochino per permettere alle sue figlie di osservarlo più da vicino. Un pinguino si avvicinò al dito di Linus e gli diede una bella beccata. Durante il ritorno in auto la moglie di Linus gli disse: “Perché non usi un pinguino come mascotte di Linux?” Venne indetto su internet un concorso, i partecipanti dovevano disegnare il pinguino che sarebbe diventato la mascotte di Linux. Il vincitore fu Larry Ewing con il suo pinguino paffuto e dall'aria contenta, il logo venne disegnato usando il programma di elaborazione grafica open source GIMP. Secondo Jeff Ayers, Linus Torvalds ha una “fissazione per gli uccelli acquatici grassi e che non volano”. Inoltre Torvalds afferma di avere contratto la “pinguinite” dopo essere stato gentilmente mordicchiato da un pinguino: “La pinguinite ti tiene sveglio la notte a pensare ai pinguini e ti fa provare un grande senso di affetto verso di loro.” Torvalds stava cercando qualcosa di divertente e simpatico da associare a Linux e un pinguino un po' grasso che si siede dopo un pranzo abbondante ed una buona pinta di birra rispondeva perfettamente all'idea. Da notare i piedi arancioni che lo fanno somigliare ad un'anatra.

  • Finora sono state soprattutto Microsoft e Silicon Graphics, con i loro rispettivi sistemi operativi, ad equipaggiare le potentissime workstation grafiche con cui l'industria del divertimento realizza le animazioni più spettacolari del cinema digitale. Le cose sembrano però destinate a cambiare - e non poco - con una decisa svolta verso Linux. A cominciare è stata la DreamWorks, la società di produzione di Steven Spielberg, che ha cominciato ad utilizzare il sistema open source per il suo «Shrek», ultimo capolavoro del cinema d'animazione. Altro esempio proviene dalla Industrial Light & Magic, la divisione per il cinema digitale di George Lucas che ha già in programma di equipaggiare con Linux il suo enorme armamentario di macchine per il multimedia 3D (Dal Wall Street Journal).
  • Il libro “The 100 Most Influential Inventors of All Time” (le 100 invenzioni più influenti di tutti i tempi), pubblicato dalla prestigiosa Enciclopedia Britannica, vede Linus Torvalds tra le grandi personalità del calibro di Archimede, James Watt, Alessandro Volta, ecc…

4. Richards Stallman e il movimento per il Software Libero

Richard Matthew Stallman (New York, 16 marzo 1953-vivente) è un programmatore, hacker e informatico statunitense, precursore e attivista del movimento del software libero contro il software con licenza proprietaria, pioniere del concetto di copyleft e autore di molte licenze legate al copyleft, tra cui, la GNU General Public License (GPL), la licenza per software libero più diffusa.

Nasce nel 1953 a New York City da Daniel Stallman e Alice Lippman.

Inizia il suo percorso di programmatore dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore, venendo assunto dalla IBM New York Scientific Center, realizzando un preprocessore per il PL/1,linguaggio di programmazione per le macchine IBM360, e un text-editor in APL. Nello stesso periodo, collabora, anche, come volontario assistente di laboratorio al dipartimento di biologia alla Rockefeller University. Nel giugno del 1970, al primo anno da studente di fisica all'università di Harvard, Stallman diventò un programmatore al laboratorio di informatica ed intelligenza artificiale (CSAIL, Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory) del MIT (Massachusetts Insitute of Technology). Qui prese parte alla comunità degli hacker, dove veniva solitamente identificato con il nickname “RMS”, che, oltre a rappresentare le iniziali del suo nome, è anche un gioco di parole: in inglese, “RMS” è l'acronimo per “Root Mean Square” (valore efficacie, in italiano).

Al termine degli studi universitari, si laureò nel 1974 con lode (“magna cum laude”, con grande lode) ad Harvard in Fisica. In seguito si iscrisse al MIT come laureato in fisica.

In questo periodo risale un evento che cambierà totalmente la vita di Stallman, una ferita al ginocchio che non gli permise di partecipare ai balli folk internazionali, di cui era molto appassionato. Questo grande dolore si sfociò nell'abbandono della vita sociale e un'intensa concentrazione e determinazione nel campo che più lo stimolava e lo rendeva fiero: la programmazione.

Durante gli anni '70, la cultura hacker che Stallman portava avanti cominciò a frammentarsi a causa del processo di “chiusura” del software. Infatti, per evitare che il software fosse usato sui computer dei concorrenti, la maggior parte dei produttori smise di distribuire il codice sorgente e cominciò a usare Copyright e licenze restrittive per il software, per limitarne o proibirne la copia e la ridistribuzione. Tale proprietà del software già esisteva in precedenza, ma cominciava a diffondersi molto velocemente.

Come ritengono in molti, tra i quali Brawster Kahle, compagno di Stallman al MIT, questo passaggio alle caratteristiche legali del software può essere una conseguenza del U.S. Copyright Act del 1976 che regolava la disciplina del copyright.

Quando Brian Reid nel 1979 mise “time bombs” in Scribe per limitare l'accesso senza licenza al software, Stallman lo considerò “un crimine contro l'umanità”. Egli chiarì, successivamente, che quello che considerava un crimine non è far pagare il software, ma ostacolare la libertà dell'utente.

Poi nel 1980, si verificò quel famoso episodio inerente alla stampante Xerox 9700 (“Dover”) già descritto in precedenza. Grazie a questa esperienza, Stallman si convinse che le persone hanno bisogno di essere libere di modificare l software che usano.

Rifiutò un futuro dove avrebbe dovuto firmare accordi di non divulgazione per non condividere codici sorgente o informazioni tecniche con altri sviluppatori di software e compiere altre azioni che considerava oltraggiose dei suoi principi. Scelse, invece, di condividere il suo lavoro con gli altri in un “classico spirito di collaborazione”. Egli rifiutò la ricchezza come primo obiettivo di vita, cosa che stava dilagando nel mondo capitalistico, sostenendo che gli utenti di software dovrebbero avere la libertà condividere con gli altri il loro lavoro e di essere in grado di studiare e fare modifiche al software che usano per migliorarlo e contribuire all'evoluzione della tecnologia. Ha sempre combattuto contro il copyright e le restrizioni ad esso collegate, avviando addirittura una campagna di sensibilizzazione al software libero girando per tutto il mondo.

Egli sostiene che la Libertà è vitale per il bene degli utenti e della società nel suo complesso come valore morale, e non unicamente per ragioni pragmatiche come sviluppare un software tecnicamente superiore. Da un punto di vista tecnico può essere considerato come progresso, ma a livello etico si estende a concetti quali libertà, solidarietà, collaborazione, ecc…

Così, supportato da forti motivazioni etiche, lasciò il MIT nel 1984, per evitare influenze e si dedicò a tempo pieno al progetto GNU e al movimento del software libero, che aveva annunciato nel settembre del 1983.

Nel 1985 pubblicò il manifesto GNU, che descriveva le sue motivazioni per creare un sistema operativo libero chiamato GNU.

Poco dopo, diede vita a una corporazione no profit chiamata Free Software Foundation per allargare il progetto ad una cerchia di programmatori specializzati e dare una struttura legale al movimento del software libero. (per maggiori approfondimenti guardare: Un po' di Storia).

Stallman ha scritto molti saggi sulla libertà del software (circa 50, contenuti nella Filosofia del Progetto GNU) ed è dal 1990 attivista politico a favore del movimento del software libero.

Nel 1999, Stallman lanciò lo sviluppo di un'enciclopedia libera on-line invitando il pubblico a contribuire al progetto scrivendo articoli (L'Enciclopedia Universale Libera e le risorse per l'apprendimento).

Inoltre ha sempre, e continua tutt'ora, a tenere discorsi riguardo al progetto GNU e il movimento del software libero in tutto il mondo per divulgare quello che lui ritiene essere una corrente filosofica che esalta ed amplia il concetto di libertà.

Grazie al suo fervido attivismo, molti governi hanno abbandonato il software proprietario, come quello di Microsoft, nelle scuole statali (es. lo stato indiano del Kerala) per adottare software libero che genera sicuramente un enorme risparmio economico ma porta con se anche motivazioni più profonde che difficilmente possono essere comprese e metabolizzate dal collettivo generale, in quanto bruciano i tempi e si proiettano nel futuro e in un mondo sicuramente migliore. Stallman ha inoltre partecipato nel 2006 a proteste sui brevetti del software DRM23) (Digital Rights Management) e software proprietario. Grazie al suo intervento, segnato anche da slogan e cartelloni che rivendicavano la libertà degli utenti contro i nemici della stessa, si è ottenuto un piccolo miglioramento da parte dell'ATI che si è fusa con AMD e ha fatto piccoli passi per rendere la documentazione per il loro hardware disponibile all'uso della comunità del software libero. Questo è uno dei tanti successi ottenuti dallo stesso Stallman nella sua campagna contro il software proprietario e l'affermazione del concetto di libertà e in particolare del software libero. La sua campagna contro il software proprietario e tutte le restrizioni imposte dalle società che lavorano nell'ambito informatico, nasce dal fatto che la società che sviluppa tale software può controllare, attraverso delle tecniche (back door, spyware), ciò che l'utente sta facendo sul proprio computer. Perciò, il software che credete sia vostro, non è nelle vostre mani per servirvi ma per controllarvi. Aziende come Microsoft e Apple hanno progettato il software con la specifica intenzione di imporvi restrizioni. Windows Vista è principalmente un miglioramento nel come imporre restrizioni all’utente. Ovviamente, non si tratta di Software Libero, perché il Software Libero si sviluppa sotto il controllo democratico dei suoi utenti secondo le quattro libertà dettate dallo stesso Stallman. Quando il controllo è nelle mani degli utenti, quando gli utenti possono avere il totale controllo del proprio computer, nessuno ha un potere tale da permettergli di imporre funzionalità malevole per limitare gli utenti, per spiarli, per aggredirli. Ed è proprio questo che sta alla base del movimento per il software libero, una democrazia virtuale all'interno del mondo del cyberspace e dell'informatica in genere.

Stallman ha dedicato quasi tutte le sue energie della sua vita all'attivismo politico e nel campo del software. Dichiarando di curarsi poco dei beni materiali: ” ho sempre vissuto grossolanamente… come uno studente, sostanzialmente. E mi piace questo, perché significa che il denaro non mi dice cosa fare”. Per molti anni visse al di fuori del suo ufficio al laboratorio CSAIL del MIT, definendosi uno “squatter” (occupatore abusivo) nel campus. La sua professione di “research affiliate” al MIT non veniva retribuita.

Viene da molti considerato come un DIO, un profeta, in quanto il suo pensiero, per quanto elaborato e complesso, ha dato vita ad un movimento filosofico talmente profondo e talmente futuristico da essere considerato qualcosa di più che un semplice progetto di sviluppo. L'immagine riportata nel paragrafo, lo ritrae nei panni di un santo ad una conferenza al Club Dirigenti Informatici di Torino, dove con il suo grande carisma da moderno messia telematico, si è, al termine della conferenza, ironicamente travestito da sant’iGNUcius, con tanto di aureola fatta con un vecchio laser disc e ha invitato tutti a diventare “fedeli della nuova chiesa del software libero”. Alla sua “chiesa” servono molti programmi liberi, manuali liberi e… soprattutto, fondi e risorse economiche libere. E' una sorta di rituale che effettua in tutte le conferenze che tiene in giro per il mondo per intrattenere e far divertire il suo pubblico e, allo stesso tempo, diffondere il suo pensiero.

Grazie al suo attivismo, si stima che oggi ci siano più di 20 milioni di utenti che utilizzano sistemi operativi GNU/Linux.

4.1 Riconoscimenti

  • 1990: “MacArthur Fellowship”
  • 1991: “The Association for Computing Machinery's Grace Hopper Award” per il suo lavoro sull'Emacs originale
  • 1996: Laurea honoris causa dallo “Sweden's Royal Institute of Technology”
  • 1998: “Electronic Frontier Foundation's Pioneer award”
  • 1999: “Yuri Rubinski Memorial Award”
  • 2001: “The Takeda Techno-Entrepreneurship Award”
  • 2001: Laurea honoris causa dalla Università di Glasgow
  • 2002: “National Academy of Engineering membership”
  • 2003: Laurea honoris causa dalla “Vrije Universiteit Brussel”
  • 2007: Stallman è stato ascoltato in una audizione ufficiale dalla commissione cultura della Camera dei deputati italiana. Il 24 settembre 2007 riceve la Laurea honoris causa in Ingegneria informatica dalla Università di Pavia.

5. Copyright e Copyleft

Il software è un codice disciplinato dalle leggi sul diritto di autore, in modo analogo a quanto avviene per le opere letterarie. Di regola il contratto che regola l'uso del software è la licenza d'uso ed è molto importante conoscerne i termini per quanto riguarda il software che si intende utilizzare.

Art. 1 Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell'ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione. Sono altresì protetti i programmi per elaboratore come opere letterarie ai sensi della convenzione di Berna sulla protezione delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con legge 20 giugno 1978, n. 399, nonché le banche di dati che per la scelta o la disposizione del materiale costituiscono una creazione intellettuale dell'autore.

La legge sul diritto di autore (Legge 22 aprile 1941 n. 633), che tre l'altro quest'anno compie 68 anni, stabilisce quali sono i diritti per chi crea l'opera e per chi la utilizza, ma nell'ambito del software si è introdotto nella pratica un contratto che non viene firmato (la licenza), il cui scopo è spesso quello di limitare ulteriormente i diritti di chi ne fruisce.

Il software ha un proprietario (salvo il caso di software di dominio pubblico) che detiene i diritti di autore. Questo proprietario può essere il l'autore originale, oppure un altro detentore che ne ha acquisito i diritti in base ad un contratto. Il detentore dei diritti è colui che possiede il copyright (termine di lingua inglese che letteralmente significa diritto di copia).

L'utilizzo del software può essere concesso a titolo gratuito o a titolo oneroso in base alle disposizioni contenute nel contratto di licenza, o, in mancanza di questo, in base alla legge. E' importante specificare che il pagamento per l'acquisto di software, non si riferisce all'acquisizione dei diritti di autore, ma solo delle facoltà stabilite dalla legge, ovvero quanto indicato dalla licenza.

Il software per sua natura è composto da due parti fondamentali: il codice sorgente e il codice eseguibile. Il primo è rappresentato da un insieme di istruzioni appartenenti ad un determinato linguaggio di programmazione ed è intelligibile (comprensibile), mentre il secondo è rappresentato da un insieme di codici binari appartenenti al linguaggio macchina nel formato adatto ad essere caricato dal sistema operativo, quindi pronto per l'esecuzione, e non è intelligibile (in quanto i codici sono rappresentati da valori binari, 0 e 1). Siccome per il funzionamento del software è sufficiente il solo codice eseguibile, le leggi dei vari paesi che tutelano il diritto d'autore per il software, tendono a consentire la distribuzione del solo codice eseguibile, lasciando nascosto il codice sorgente. Inoltre, le leggi di questi paesi tendono a considerare illecita la decompilazione, ovvero lo studio del codice eseguibile volto a scoprirne il funzionamento.

Ora è necessario distinguere il software libero da quello non libero.

Il Software Libero è software che fornisce il permesso di utilizzarlo, copiarlo e distribuirlo, in forma originale, o anche dopo averlo modificato, sia gratuitamente, sia a pagamento. Un requisito molto importante del software libero è il codice sorgente, secondo la convinzione per cui: “if it's not source, it's not software” (se non è sorgente, non è software). Il software libero, per essere tale, deve rispondere alle quattro libertà che abbiamo elencato nel primo paragrafo (Il Free/Libre and Open Source Software).

Un elemento fondamentale del software libero, che deve essere sottolineato con particolare enfasi, è la «Libertà». Essa non sta tanto nel prezzo, che può essere richiesto per il servizio di distribuzione delle copie, ma nella possibilità di usarlo senza vincoli, di copiarlo come e quando si vuole, di poterne distribuire le copie, di poterlo modificare e di poterne distribuire anche le copie modificate.

Il software libero comprende al suo interno i seguenti tipi di software:

  • Software di dominio pubblico

Il software di dominio pubblico è software senza copyright, cioè software sul quale l'autore abbia rinunciato a tutti i suoi diritti di copyright. Sostanzialmente si tratta di software libero, solo che, mancando chi possa difenderlo, qualcuno potrebbe accaparrarsene i diritti; pertanto alcune copie o varianti di questo software possono non essere più libere.

  • Software protetto da copyleft

La parola copyleft (“permesso d'autore”) è un invenzione di Richard Stallman, e vuole rappresentare il copyright di chi, mentre difende il proprio diritto di autore, vuole difendere la libertà della sua opera, imponendo che questa e le sue derivazioni restino libere. In pratica una licenza appartenente a questa categoria, impedisce a chi redistribuisce il software (originale o modificato) di aggiungere delle restrizioni ulteriori. La più famosa licenza di questo tipo è la licenza pubblica GNU-GPL (GNU-General Public License). Tuttavia, è necessario specificare che il copyleft esiste grazie al diritto d'autore, in quanto il copyleft non è altro che una modalità di esercizio del diritto d'autore che utilizza le prerogative assolute garantite dalla legge all'autore, per stabilire un regime di circolazione dell'opera protetta diverso quello comunemente noto come proprietario. Infatti, le persone che contribuiscono al lavoro protetto dal copyleft devono divenire co-detentori del copyright di quel lavoro ed allo stesso tempo rinunciare ad alcuni dei diritti garantiti dal copyright, per esempio rinunciare al diritto di essere l'unico distributore delle copie di tale lavoro.

  • Software libero non protetto da copyleft

Il software libero non è necessariamente di tipo copyleft e ciò accade quando la licenza non vieta espressamente l'aggiunta di restrizioni da parte di chi lo ridistribuisce. Quando si parla di software libero di questo tipo, si ha la possibilità di ridistribuirne copie con l'aggiunta di restrizioni indicate nei termini del contratto che riguarda la copia particolare della quale si è venuti in possesso.

  • Software GPL

Indica software protetto da licenza pubblica GNU-GPL. La licenza GNU-GPL è la più diffusa licenza che protegge software libero con copyleft.

Il Software non Libero è rappresentato da qual software che non soddisfa i requisiti necessari per essere considerato software libero. E' necessario ricordare che il prezzo non è un fattore che limita la libertà.

Il software non libero comprende al suo interno i seguenti tipi di software:

  • Software semi-libero

E' software che permette di agli individui di usarlo, copiarlo, modificarlo e distribuirlo, anche modificato, per qualunque scopo, escluso quello di trarne profitto (quindi non si tratta di software commerciale). Praticamente, si tratta di software libero al quale è stata aggiunta la limitazione per la quale questo non può essere usato e distribuito per scopi commerciali (per trarne un profitto). Questo è molto importante.

  • Software proprietario

E' quel software che non è né libero, né semi-libero. Solitamente, questo tipo di software può essere utilizzato solo con un permesso speciale e solo su un elaboratore, o su un gruppo ben determinato. E' protetto da copyright.

  • Software freeware

E' quel software proprietario gratuito, del quale viene reso pubblico il codice sorgente, che può essere usato e copiato senza poterlo modificare. In questo caso, il prefisso “free” serve ad evidenziare la gratuità della cosa, ma non la libertà che invece non può essere soddisfatta per via della mancanza di requisiti (es. tutti quei software proprietari che si possono trovare gratuitamente on-line).

  • Software shareware

E' quel software proprietario che può essere ridistribuito, ma per il quale viene richiesto un pagamento dopo un periodo di prova determinato (es. le demo dei software proprietari).

Un particolare tipo di software è il Software Commerciale che è tale solo in quanto viene venduto per ricavarne un profitto. E' importante evitare di confondere software proprietario con il software commerciale che non sono la stessa cosa. Infatti può esistere software non-libero che non è nemmeno commerciale (es. software freeware).

Di seguito verranno illustrate alcune delle licenze più diffuse:

Denominazione Sigla Software Libero Software non Libero Descrizione Logo
GNU General Public LicenseGNU-GPLNoE' la licenza più diffusa per il software libero
GNU Lesser General Public LicenseLGPLE' una licenza creata dalla Free Software Foundation, studiata come compromesso tra la GNU General Public License e altre licenze non-copyleft come ad esempio le cosiddette Licenza BSD, la Licenza X11 e la Licenza Apache.
GNU Free Documentation LicenseGFDLNoE' stata creata dalla Free Software Foundation per distribuire la documentazione di software e materiale didattico. Stabilisce che ogni copia del materiale, anche se modificata, deve essere distribuita con la stessa licenza. Tali copie possono essere vendute e, se riprodotte in gran quantità, devono essere rese disponibili anche in un formato che faciliti successive modifiche. Questa Tesi di Maturità è stata realizzata con questa licenza (GNU Free Documentation License 1.3).
GNU Affero General Public LicenseAGPLNoE' stata creata dalla Free Software Foundation. E' simile alla GNU General Public License, eccetto per il fatto che ha una sezione aggiuntiva che si riferisce all'utilizzo del software su una rete di calcolatori. Tale sezione aggiuntiva richiede che il codice sorgente completo sia reso disponibile a qualunque utente in rete dell'opera coperta da AGPL, come tipicamente avviene per le applicazioni web.
Prosody's MIT/X11X11E' una licenza di Software libero creata dal Massachusetts Institute of Technology (MIT). È una licenza permissiva, cioé permette il riutilizzo del software proprietario sotto la condizione che la licenza sia distribuita con tale software. È anche una licenza GPL-compatibile, cioé la GPL permette di combinare e ridistribuire tale software con altro che usa la Licenza MIT.
UCB Berkeley Software DistributionUCB BSDLa licenza BSD originale fa riferimento all'università di Berckeley, con espresso divieto di utilizzarne il nome per scopi pubblicitari. Non è conveniente utilizzare questa licenza, a meno di avere un motivo valido in tal senso. Questa particolarità non la rende adatta a situazioni generali e crea problemi di compatibilità con la licenza GNU-GPL.
UCB Berkeley Software Distribution revisedUCB BSDrSi tratta della licenza UCB BSD senza la clausola che crea problemi di compatibilità con la licenza GNU-GPL.
BSD non BerkeleyBSDE' una famiglia di licenze che non rientrano in quelle create dall'università di Berkeley
Mozilla Public LicenseMPLE' una licenza open source e free software concepita come una versione ibridata di una Licenza BSD modificata e la GNU General Public License. La Free Software Foundation la considera una licenza di tipo freeware (es. Mozilla Application Suite, di Mozilla Firefox, di Mozilla Thunderbird e di altro software Mozilla; ecc…).

6. Il ruolo dell'Open Source nella Pubblica Amministrazione

I dati relativi all'uso di FLOSS (Free/Libre and Open Source Software) nella Pubblica Amministrazione (PA) sono pochi e frammentari. Molti report sull'argomento svolti da alcuni analisti risultano essere contraddittori a causa della complessità del rilevamento delle informazioni esclusivamente nell'ambito della Pubblica Amministrazione. A questo proposito, la Commissione Europea ha promosso alcuni studi sul tema, tra i quali, i più articolati sono: “Study into the use of Open Source Software in the Public Sector” -An IDA Study- (Interchange of Data between Administrations) e FLOSS (Free/Libre and Open Source Software: Survey and Study), ai quali si ispira questo paragrafo. Le Pubbliche Amministrazioni nei vari stati, e, soprattutto in Europa, hanno propensioni e policy sul tema del FLOSS molto diverse: Francia, Germania, Svezia, Spagna, Finlandia hanno aderito con interesse all'iniziativa; mentre gli altri paesi, tra cui l'Italia e l'Inghilterra, dimostrato un interesse minore. Comunque, con il passare del tempo, sembra che l'attenzione sia in ascesa ovunque.

Dalla rilevazione effettuata dalla Commissione Europea (“IDA project”), effettuata mediante questionari compilati dai responsabili dei sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni (IT manager) dei paesi comunitari, risulta che l'uso di FLOSS nella PA è concentrato soprattutto in ambiente server, dove risulta vincente il duo “Apache/Unix”. Infatti gran parte delle PA utilizzano server basati su Linux, che si sta dimostrando un'affidabile e conveniente alternativa a Windows. Nel seguente grafico vengono rappresentate le percentuali dell'utilizzo di FLOSS nelle pubbliche amministrazioni europee lato server (Fonte IDA study, European Commission, 2001).

Sul lato client, invece, le suite di Office Automation, tra cui la più blasonata è Open Office della Sun Microsystem24), rappresentano il fenomeno più interessante, anche se con dimensioni più ristrette rispetto a Linux nella fascia server. Infatti, prendendo ad esempio Open Office, possiamo dire che sia la migliore alternativa a Microsoft Office; è da notare la sua leggerezza e velocità nelle operazioni più comuni. Integra le stesse funzionalità presenti su Office: fogli di calcolo, presentazioni multimediali, elaborazione testo, software per gestire database ed anche un’applicazione matematica, e può anche leggere i documenti di Office per permettere a coloro che si avvicinano per la prima volta ad Open Office di adattarsi gradualmente. Differentemente da Office è possibile anche creare documenti in PDF partendo da un documento qualsiasi. Il tutto con pochi click. Inoltre grazie al sistema dei plug-in, è possibile estenderne le funzioni, personalizzarlo ed adattarlo alle esigenze richieste.

Nella Pubblica Amministrazione, un aspetto molto importante è ricoperto dal software applicativo custom 25) prodotto dalle pubbliche amministrazioni pubbliche per far fronte ad esigenze amministrative specifiche o, in generale, di amministrazione telematica, quali la gestione di strade e ospedali, l'istruzione, il pagamento delle imposte, la giustizia e la gestione del territorio. Infatti, l'assenza di finalità commerciali per quanto riguarda le licenze d'uso e la necessità di fornire software con il codice sorgente, per permettere di adattarlo alle esigenze operative, conducono ad aderire al modello del FLOSS.

6.1 Benefici

L'adozione di FLOSS all'interno della PA porta normalmente un risparmio iniziale in termini di costi per licenze che, a differenza dei software commerciali, sono veramente esigui.

Per effettuare un confronto economico reale e completo, bisogna prendere ad oggetto non la spesa iniziale, ma la differenza tra il TCO (“Total Cost of Ownership” o costo totale di possesso) delle soluzioni open source e il TCO delle soluzioni proprietarie. Nel TCO, confluiscono oltre al costo delle licenze, i servizi di supporto, della formazione, i costi di migrazione, d'installazione e di gestione. Pertanto dalla differenza di questi due valori avremo un risultato positivo a favore delle soluzioni open source che hanno costi iniziali bassi, costi di supporto contenuti, costi di formazione e migrazione relativamente inesistenti grazie alle caratteristiche del software open source e del corredo informativo che lo accompagna, e lo stesso vale per i costi d'installazione e manutenzione.

Un elemento a favore del FLOSS nella pubblica amministrazione è l'indipendenza dai fornitori che consiste nell'affidare il supporto di un prodotto open source ad un'azienda scelta dal cliente, eliminando il vincolo imposto dal software proprietario che può essere supportato solamente dal produttore (o un suo partner autorizzato).

Disporre del codice sorgente dei programmi utilizzati all'interno della propria organizzazione, consente un grado maggiore di sicurezza. Infatti, è possibile effettuare controlli interni alla ricerca di back door26) o debolezze sfruttabili da attacchi esterni; mentre il software proprietario non permette tutto ciò, ma, anzi, è molto appetibile per i cracker che intendono entrare nel sistema per sottrarre informazioni e dati sensibili, per via della sua scarsa stabilità e della presenza di numerosi bug27) che spesso vengono tappezzati con delle patch28). L'amministrazione, quindi, dispone di un maggior controllo sulla politica di evoluzione del proprio parco applicativo, e, in modo generale, sul governo della gestione del patrimonio pubblico, evitando sprechi inutili e controproducenti. Questo assume notevole importanza in aspetti connessi alla sicurezza, quali l'autenticazione e l'identificazione del cittadino o quelli relativi all'integrità, confidenzialità e all'accessibilità dei dati nel corso del tempo.

Una delle caratteristiche fondamentali dell'open source è quella di poter essere personalizzato ed esteso al livello di funzionalità che ne permette una maggiore efficienza, aggiornamenti costanti, anche giornalieri, a differenza dei software proprietari che presentano, invece, aggiornamenti poco frequenti, e capacità di personalizzazione pari a zero.

Il ricorso al FLOSS può fungere da leva per la modernizzazione dei sistemi informatici dello Stato consentendo i seguenti benefici, in aggiunta di quelli citati:

  • Disporre di un patrimonio considerevole di software di qualità e conforme agli standard internazionali.
  • Risparmiare una notevole quantità di investimenti della Spesa Pubblica che possono essere impiegati in altre opere pubbliche, evitando sprechi e favorendo una sapiente e ottimale gestione della Spesa Pubblica. La forte riduzione degli investimenti pubblici permette, inoltre, un abbassamento dei tributi imposti ai contribuenti.
  • Utilizzare software che garantisce una certa perennità. l'amministrazione è in grado di modificare il software per favorirne la sua integrazione e/o la sua evoluzione. Un aspetto chiave per le PA è l'interscambio dei dati, da cui nasce l'esigenza di usare formati aperti e standard che assicurano:
    • Indipendenza. La possibilità di disporre del open source code (codice sorgente aperto), consente l'indipendenza da uno specifico prodotto e fornitore. Tutti possono sviluppare applicazioni che gestiscono un formato aperto (es. il formato usato da Open Office: XML, eXtensible Markup Language).
    • Interoperabilità. Usando formati aperti standard, sistemi eterogenei sono in grado di condividere gli stessi dati.
    • Neutralità. I formati aperti non obbligano a usare uno specifico prodotto, lasciando libero l'utente di scegliere sulla base del rapporto di qualità/prezzo.
    • Persistenza. I formati aperti standard permettono la tutela del patrimonio informativo nel tempo a fronte del mutamento tecnologico. Grazie a questa caratteristica, le PP.AA. non saranno costrette a cambiare costantemente l'apparato informatico per adeguarsi ai vincoli imposti dai software proprietari come il caso di “Windows Vista” che ha reso necessari almeno quattro GB (Gigabyte) di RAM (Random Access Memory) per poter funzionare, che di fatto hanno portato molte aziende ad effettuare un nuovo investimento a causa di hardware obsoleto che, con software open source, sarebbe anche troppo performante e richiederebbe solamente piccole modifiche ma non rinnovamenti strutturali totali.
    • Portabilità. Consente di utilizzare software su piattaforme hardware diverse. Un componente software è portabile se eseguirne il porting è semplice (e quindi poco costoso); in questo senso, la portabilità si può considerare un caso particolare di riusabilità del software. Il caso limite è quello in cui un componente software può essere riutilizzato su diverse piattaforme senza che questo comporti alcuna modifica. l'esempio più classico è rappresentato da Linux che può essere installato su una pluralità di piattaforme hardware a differenza di Microsoft Windows che, invece, può essere installato solo su una cerchia ristretta di piattaforme hardware.

6.2 Limiti

“Abbiamo dimostrato la nostra capacità di sviluppare un’ampia gamma di software libero, ma questo non significa che siamo invincibili e inarrestabili. Diverse sfide rendono incerto il futuro del software libero, e affrontarle richiederà perseveranza e sforzi costanti, talvolta per anni. Sarà necessaria quella determinazione che le persone sanno dimostrare quando danno valore alla propria libertà e non permettono a nessuno di sottrargliela. (Richard Stallman)“

Ed è proprio dalle parole di Stallman che voglio introdurre il seguente paragrafo che illustrerà quelli che sono i limiti e le sfide che si propone di vincere il software libero e più in generale il FLOSS.

Uno dei limiti che presentano i FLOSS è la non completa portabilità, che attualmente si sta pian piano risolvendo divenendo un punto di forza di Linux. Tuttavia, i costruttori di hardware, molto spesso tendono a mantenere segrete le specifiche delle loro apparecchiature oppure a rilasciarle driver molti mesi dopo l'uscita dei dispositivi hardware; questo rende difficile la scrittura di driver liberi che permettano a Linux di supportare le nuove periferiche. Oggi, questo è stato quasi completamente risolto grazie alla comunità di programmatori dietro allo sviluppo di Linux e degli altri FLOSS che, attraverso complesse tecniche di reverse engineering, possono ricostruire le specifiche dell’hardware grazie alla collaborazione delle grandi aziende produttrici del settore (quali: Intel, Ati, Nvidia, ecc…). In particolar modo i dispositivi hardware che possono creare dei problemi di compatibilità sono principalmente il wireless delle connessioni internet, ecc… .

Inoltre se si analizzano i processi di sviluppo, acquisizione, installazione del software e le risorse coinvolte (umane, organizzative, progettuali, finanziarie, distributive e d'informazione), proprie del modello del FLOSS definito Bazaar29) (tipico del progetto Linux), in contrapposizione al modello tradizionale a Cattedrale30), si riscontra che esso si basa sui contributi di migliaia di programmatori che lavorano in modo totalmente “volontario”, scambiandosi idee e file attraverso internet, e giungono in assenza di autorità centrale a realizzare programmi complessi.

Sorge a questo punto una domanda: “Come può la Pubblica Amministrazione sviluppare software corrispondente al modello a Bazaar?” Tale quesito può essere soddisfatto attraverso i seguenti requisiti:

  • Un numero ragionevole di operatori “con lo stesso problema”;
  • Ripartizione iniziale e flessibile dei compiti di gestione/direzione tra persone diverse appartenenti ad organizzazioni diverse;
  • Documentazione sufficiente per permettere a chiunque di continuare lo sviluppo di un progetto iniziato da altri;
  • Niente codici monolitici
  • Software articolato in più segmenti di codice di dimensioni relativamente ridotte, così da agevolare una gestione individuale;
  • Identificazione delle parti stabili e di quelle che vanno ottimizzate in base al principio “dei rilasci frequenti”.

Queste considerazioni possono valere anche per gli sviluppatori proprietari.

In conclusione, si dovrebbe realizzare una comunità di programmatori al livello europeo in tutte le Pubbliche Amministrazione, una sorta di Unione Informatica, per permettere, oltre che una forte coesione ed equilibrio tra gli stati comunitari, anche un veloce sviluppo di soluzioni specifiche che possono essere utilizzate da tutte le PA in modo da permettere, oltre ad una riduzione dei costi, una standardizzazione dei FLOSS al livello europeo e mondiale.

7. L'Open Source in Italia

Alcuni ricercatori Dell'osservatorio dell'Università di Bologna P.A.O.S. (Osservatorio del Software OpenSource nella Pubblica Amministrazione Italiana) hanno effettuato una rilevazione sistematica relativa al tipo di server HTTP utilizzato dalla PAL italiana (Pubblica Amministrazione Locale: Regioni, Provincie, Comuni). Tale rilevazione è stata effettuata “interrogando”, per mezzo di una procedura automatizzata, i server relativi a una lista di domini riservati alla pubblica amministrazione locale e riguarda, in particolar modo, i siti dei nomi di dominio di comuni, province e regioni. Da un confronto con i risultati della rilevazione periodica effettuata da Netcraft sull'intera popolazione dei siti Web mondiale, emerge un utilizzo relativamente ridotto dei server (open source) Apache nell'amministrazione pubblica italiana: meno del 40% contro oltre il 60% del mondo. Come si può notare dal grafico, in Italia c'è una scarsa propensione ad utilizzare software open source in generale, sottolineata dallo scarso impiego del server HTTP OS, Apache che rappresenta uno dei prodotti open source di più facile e ovvio utilizzo. Tuttavia, grazie anche all'attivismo politico di Richard Stallman, l'open source si sta pian piano diffondendo in tutta Italia, non solo nelle pubbliche amministrazioni locali, ma anche nelle scuole, nelle aziende, ecc… . Infatti, nel 2007 il tema dell'open source è stato portato autorevolmente presso il Parlamento italiano. La commissione cultura della Camera ha ascoltato il prof. Arturo Di Corinto, il dott. Massimiliano Gambardella e Stefan Umit Uygur, unitamente a Richard Stallman e a Bruce Perens31) in una audizione ufficiale dalla commissione cultura della Camera dei deputati. Anche il convegno Condividi la conoscenza ha tentato di allargare la base di adesione del mondo accademico sull'Open Source e sull'Open Content con l'obiettivo di fare ascoltare la propria voce anche dal mondo politico. Risultati della P.A.O.S. L’attività della “Commissione per il software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione”, detta anche “Commissione Meo”, ha prodotto la pubblicazione dell’"Indagine conoscitiva sul software a codice sorgente aperto nella pubblica amministrazione" che contiene interessanti proposte per la diffusione del software open source nella PA italiana. La più rilevante tra le proposte (vedi pag. 12) è che le PP.AA. (Pubbliche Amministrazioni) non devono vietare né penalizzare l’utilizzo di pacchetti open source: il criterio che deve valere al momento della selezione di una qualsivoglia soluzione software è quello inglese del “value for money” 32).

Queste conclusioni hanno fortemente orientato il legislatore italiano.

La prima ricaduta legislativa è stata la cosiddetta “Direttiva Stanca”: il 19 dicembre 2003 l’allora Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, On. Stanca, adottava la direttiva “Sviluppo ed utilizzazione dei programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni” il cui contenuto sostanziale veniva successivamente trasfuso nel D. Lgs. 82/05 (Codice dell'amministrazione digitale) con l’intenzione di comportare vantaggi nella scelta dei programmi più efficienti e convenienti, ma anche risparmi derivanti dalla condivisione conseguente al riuso all'interno delle amministrazioni pubbliche.

I principali contenuti della “Direttiva Stanca” sono i seguenti (in particolare derivanti dagli articoli 3, 4 e 7):

  • Analisi comparativa delle soluzioni. La direttiva dispone che le Pubbliche Amministrazioni acquisiscano programmi informatici sulla base di una valutazione comparativa tecnica ed economica tra le diverse soluzioni disponibili sul mercato, tenendo conto della rispondenza alle proprie esigenze.
  • Criteri tecnici di comparazione. Le Pubbliche Amministrazioni nell'acquisto dei programmi informatici devono privilegiare le soluzioni che assicurino l'interoperabilità e la cooperazione applicativa tra i diversi sistemi informatici della Pubblica Amministrazione, salvo che ricorrano peculiari ed eccezionali esigenze di sicurezza e di segreto.
  • Rendere i sistemi informatici non dipendenti da un unico fornitore o da un'unica tecnologia proprietaria.
  • Garantire la disponibilità del codice sorgente per l'ispezione e la rintracciabilità da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
  • Esportare dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto.

Ristultati Netcraft Oltre alla Direttiva menzionata, sono stati attuati altri interventi legislativi come, ad esempio, l'art. 68, comma 1, lettera d, già citato, del Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82 “Codice dell’amministrazione digitale” e le successive integrazioni e modificazioni (Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 159 “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante codice dell’amministrazione digitale”) e la Legge 27 dicembre 2006, n.296 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007). Quest’ultima istituiva un Fondo di 10 milioni di Euro (comma 892) al fine di sostenere la realizzazione di progetti per la società dell'informazione, la cui destinazione prioritaria era rivolta a progetti che “utilizzano o sviluppano applicazioni software a codice aperto”.

Recentemente vi è stata la riproposizione della Commissione Open Source 2007, sempre presieduta dal Prof. Angelo Raffaele Meo, e presso il Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione è stata istituita la Commissione Nazionale per il software Open Source nella PA. Il decreto ministeriale istitutivo della Commissione (16 maggio 2007), a firma del Ministro Nicolais, ha definito tre obiettivi prioritari:

  • un'analisi dello scenario europeo ed italiano del settore;
  • la definizione di linee guida operative per supportare le Amministrazioni negli approvvigionamenti di software open source;
  • un'analisi dell'approccio open source per favorire cooperazione applicativa, interoperabilità e riuso.

I lavori della Commissione, presieduta dal prof. Meo, si sono svolti essenzialmente in modalità on-line supportati dall'Osservatorio OSS del CNIPA (Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione). Si sono svolte anche attività di audizione, in particolare la Commissione ha supportato l'organizzazione del Convegno Open Source Open Ideas for Public Administration - OSPA 2008 primo e unico momento in Italia di incontro e confronto tra PA, imprese ed università. Nell'aprile 2008 la Commissione ha prodotto una prima bozza di Relazione.

In conclusione possiamo dire che il fenomeno dell'Open Source si sta lentamente diffondendo anche in Italia che, con il passare del tempo, si sta dimostrando sempre più sensibile agli aspetti tecnologici e liberi dell'informatica sia all'interno della Pubblica Amministrazione che negli altri ambiti di sua competenza.

8. Bibliografia

  • Pekka Himanen, “L'etica hacker e lo spirito dell'età dell'informazione”, 2003.
  • Sam Williams, “Codice libero. Richard Stallman e la crociata per il software libero”, 2002.
  • Richard Stallman, “Software libero pensiero libero. Vol. 1”, 2003.
  • Richard Stallman, “Software libero pensiero libero. Vol.2”, 2004.
  • Linus Torvalds; David Diamond, “Rivoluzionario per caso. Come ho creato Linux (solo per divertirmi)”, 2005.
  • Daniele Medri, “Linux facile”, 2001.
  • Daniele Giacomini, “Appunti di informatica libera”, 2009.
  • Gruppo Laser, “Il Sapere liberato. Il movimento dell’open source e la ricerca scientifica.”, 2005

9. Autore della Tesi

Il wiki e la Tesi sono stati realizzati da: Nazzareno Massari .

Per la creazione del wiki è stato utilizzato GNU/Linux, Apache, HTML, Dokuwiki, PHP.

Per la realizzazione di grafici e altri documenti è stato utilizzato OpenOffice 3.0. .

Il seguente wiki è stato pubblicato con licenza GNU Free Documention License 1.3, argomento trattato nella tesina, e un ACL (Access Control Lists) di tipo pubblico che consente a tutti gli utenti di poter leggere il wiki ma non di modificarlo, cosa che può essere svolta solamente dall'autore/webmaster.

Per collaborare al miglioramento mediante l'aggiornamento delle informazioni presenti o integrando con ulteriori risorse relative all'argomento trattato, potete liberamente forkare il repository (cliccando sulla fascia “Fork me on Github” all'inizio del wiki), committando al branch “develop” dedicato.

Spero che la lettura del mio Wiki sia stata di vostro gradimento.

Donazioni

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10. Note

1)
Termine ibrido che indica contemporaneamente e collettivamente il software libero e quello a sorgente aperto. “FLOSS” fu creato da un progetto di Rishab Ghosh, e divenne popolare dopo che la Commissione Europea nel giugno 2001 condusse uno studio sulla materia. La L in FLOSS vuole enfatizzare il significato di “libero” della parola “free”, piuttosto che quello di “gratuito”.
2)
Termine che indica il pagamento di un compenso al titolare di un brevetto o una proprietà intellettuale, con lo scopo di poter sfruttare quel bene per fini commerciali.
3)
Sinonimo di: annebbiato, offuscato, appannato, confuso, intorpidito, ottenebrato, stordito.
4)
Termine coniato negli Stati Uniti, indica quelle persone onnivore di conoscenza, gli eroi della rivoluzione informatica, i ricercatori assidui della perfezione estrema, l’incarnazione del desiderio umano di sapere, i pionieri delle nuove frontiere tecnologiche; coloro che si impegnano nell'affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte, non limitatamente ai loro ambiti d'interesse (che di solito comprendono l'informatica o l'ingegneria elettronica), ma in tutti gli aspetti della loro vita. Esiste un luogo comune, usato soprattutto dai mass media (a partire dagli anni '80), per cui il termine hacker viene associato ai criminali informatici (la cui definizione corretta è, invece, “cracker”).
5)
L'acronimo ricorsivo è un particolare tipo di acronimo nel quale una delle lettere che lo compongono (solitamente la prima) è l'iniziale della parola che costituisce l'acronimo stesso. Tale tipo di acronimo è ampiamente diffuso nella comunità hacker (es. PHP, PHP Hypertext Preprocessor; Wine, Wine is not an emulator; ecc…).
6)
E' un sistema operativo portabile sviluppato negli anni '70 da un gruppo di ricerca dei laboratori AT&T e Bell Labs, tra cui Ken Thompson e Dennis Ritchie (quest'ultimo sviluppò il linguaggio di programmazione C). E' bene ricordare che Unix venne rilasciato con una licenza restrittiva a pagamento.
7)
E' un editor di testo libero molto popolare fra i programmatori. È stato sviluppato originariamente da Richard Stallman nel 1976, come insieme di Editor MACroS per l'editor TECO (Tape Editor and COrrector, successivamente trasformato in Text Editor and Corrector).
8)
E' un insieme di compilatori sviluppato nel 1987 da Richard Stallman come parte del sistema GNU. Nato inizialmente come un compilatore per il linguaggio C (il nome in origine era GNU C Compiler), GCC dispone oggi di vari front end per altri linguaggi, tra cui Java, C++, Objective C, Fortran e Ada, ed è in grado di generare eseguibili per molte architetture, tra le quali X86, X64, IA64, PowerPC, s390, SPARC.
9)
È il debugger predefinito del software GNU, gira su molte piattaforme (tra cui i sistemi Unix-like e Microsoft Windows) ed è capace di analizzare numerosi linguaggi di programmazione, tra cui Ada, C, C++ e Fortran.
10)
E' uno strumento per automatizzare il processo di creazione di nuove versioni del software e renderli pronti per l'uso. Consiste in un metodo automatico di compilazione da codice sorgente a codice binario.
11)
Il kernel (pronuncia IPA: [ˈkəːnəl]) costituisce il nucleo, il nocciolo di un sistema operativo. Sostanzialmente è un software avente il compito di fornire ai processi in esecuzione sull'elaboratore un accesso sicuro e controllato all'hardware. Dato che possono esserne eseguiti simultaneamente più di uno, il kernel ha anche la responsabilità di assegnare una porzione di tempo-macchina e di accesso all'hardware a ciascun programma (multitasking).
12)
Acronimo di: Open Source Initiative. E' un'organizzazione dedicata a promuovere software open source.
13)
Distribuzione che fu resa disponibile per il download pubblico dal server ftp dell'Università di Manchester nel febbraio 1992.
14)
Acronimo di Softlanding Linux System.
15)
Distribuzione creata da alcuni sviluppatori indipendenti della Texas A&M University.
16)
E' un Linux commerciale basato su Red Hat, diverso dai soliti prodotti Linux, non commerciali come Slackware e gli altri commerciali quali Yggdrasil o Red Hat, perché include nella sua distribuzioni tutta una serie di prodotti aggiunti che lo rendono unico, questo per offrire il massimo supporto sia allo studente, sia al privato, ma soppratutto alle aziende.
17)
Termine che indica uno scopo o obiettivo prioritario; un pensiero fisso in mente
18)
I newsgroup sono gruppi di discussione divisi per argomento dove è possibile spedire un proprio messaggio in una bacheca virtuale pubblica dove altre persone potranno leggerlo ed eventualmente rispondere. L'accesso a queste aree tematiche avviene per mezzo di programmi chiamati news clients o newsreader (es. Google groups, ecc…).
19)
E' un informatico statunitense. Professore di Informatica (Computer Science) alla Libera Università (Vrije Universiteit) di Amsterdam. Autore di alcuni dei più famosi libri di informatica, spesso usati come testo per studenti universitari (Operating Systems: Design and Implementation; Computer Networks, Reti di calcolatori). Autore anche di parecchi progetti informatici molto importanti per la tecnologia informatica moderna (sistemi operativi come: Minix, un piccolo sistema operativo Microkernel, di tipo Unix; Amoeba, un sistema operativo di rete distribuito; Paramecium, un altro sistema operativo distribuito).
20)
Termine inglese corrispondente all'italiano: bizzarro, anomalo, strano, ecc…
21)
Azienda statunitense che sviluppa tecnologie informatiche che hanno come obbiettivo primario la riduzione dei consumi in dispositivi elettronici (es.processori a basso consumo).
22)
Un consorzio no-profit che promuove, protegge e standardizza Linux, fornendo risorse e servizi necessari all'open source per competere con successo con le piattaforme chiuse (o proprietarie).
23)
Termine che significa letteralmente “gestione dei diritti digitali”, con il quale si intendono i sistemi tecnologici mediante i quali i titolari di diritto d'autore (e dei cosiddetti diritti connessi) possono esercitare ed amministrare tali diritti nell'ambiente digitale, grazie alla possibilità di rendere protette, identificabili e tracciabili le opere di cui sono autori.
24)
E' una società per azioni della Silicon Valley produttrice di software e semiconduttori, nota per aver prodotto il famoso linguaggio di programmazione Java.
25)
cioè l'insieme dei programmi che non sono compresi nel sistema operativo, ma che vengono progettati e realizzati ad-hoc dall'utente in base alle proprie esigenze
26)
Le backdoor in informatica sono paragonabili a porte di servizio (cioè le porte del retro) che consentono di superare in parte o in tutto le procedure di sicurezza attivate in un sistema informatico.
27)
Il termine bug o baco identifica un errore nella scrittura di un programma software.
28)
Nel suo significato primario, patch (letteralmente “pezza”) è un termine inglese che in informatica indica, come hot fix, un file eseguibile creato per risolvere uno specifico errore di programmazione, che impedisce il corretto funzionamento di un programma o di un sistema operativo.
29)
Nel modello a Bazaar il codice sorgente della revisione in sviluppo è disponibile liberamente, gli utenti possono interagire con gli sviluppatori e se ne hanno le capacità possono modificare e integrare il codice. Lo sviluppo è decentralizzato e non esiste una rigida suddivisione dei compiti, un programmatore di buona volontà può modificare e integrare qualsiasi parte del codice. In sostanza lo sviluppo è molto più anarchico e libero, da qui il nome di modello a Bazaar. Il Kernel Linux e molti programmi utilizzano questo nuovo modello di sviluppo associativo. Nel suo saggio Steven Raymond enuncia quella che lui chiama la “Legge di Linus”: dato un numero sufficiente di occhi, tutti i bug vengono a galla. E' una esemplificazione del concetto secondo il quale il lavoro collaborativo ha numerosi vantaggi, certamente non ultimo quello della sicurezza del codice. Ad esempio, in un software open source non sarà mai possibile inserire delle backdoor o del codice maligno perchè tantissimi altri programmatori, in tutto il mondo, potranno esaminare il programma ed individuare eventuali magagne.
30)
Nel modello a Cattedrale il programma viene realizzato da un numero limitato di “esperti” che provvedono a scrivere il codice in quasi totale isolamento. Il progetto ha una suddivisione gerarchica molto stretta e ogni sviluppatore si preoccupa della sua piccola parte di codice. Le revisioni si susseguono con relativa lentezza e gli sviluppatori cercano di rilasciare programmi il più possibile completi e senza bug.
31)
Informatico statunitense e leader del progetto Debian GNU-Linux.
32)
Secondo il quale, il consumatore cerca, con maggiore consapevolezza, di spendere i suoi soldi per beni che offrano il massimo bilanciamento in termini di prezzo, qualità e quantità del prodotto, servizi pre e post-vendita, garanzie da parte del produttore e del retailer. Non necessariamente viene quindi ricercato il meglio inteso in termini di qualità, ma come miglior compromesso possibile relativamente agli standard qualitativi minimi e al budget a disposizione del consumatore.
open_source.txt · Last modified: 2019/11/21 02:01 by namazu